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Dieta Mediterranea, vediamo le origini

Cos’è la Dieta Mediterranea
La Dieta Mediterranea è un regime alimentare tipico dei paesi che delimitano il Bacino del Mediterraneo e rappresenta ormai un modello nutrizionale. Si tratta di una dieta caratterizzata da un consumo abbondante di alimenti vegetali come verdura, frutta, semi, pane e cereali, legumi, patate (di stagione e di origine locale).

L’olio di oliva rappresenta la principale fonte di grassi, mentre le carni rosse, i grassi animali (saturi) e i dolci con zuccheri raffinati sono consumati molto raramente. L’uso di pesce, pollame, uova, latticini e vino rosso è moderato. É evidente quindi che sia una dieta a basso contenuto di grassi saturi – peraltro in origine associata all’attività fisica dovuta al lavoro nei campi – con un apporto calorico di circa 2500 kcal per l’uomo e 2000 kcal per la donna.

Le origini

Essendo un regime alimentare frugale e povero di grassi saturi e di proteine animali, la Dieta Mediterranea era tipica delle popolazioni rurali e delle classi meno abbienti. Negli anni ’50 infatti, per via della seconda guerra mondiale, le condizioni economiche erano particolarmente critiche in molti paesi del bacino del Mediterraneo e lo sviluppo tecnologico era ancora pressoché inesistente.

Questi paesi condividevano risorse alimentari simili, ricavate principalmente dall’agricoltura, dalla pesca e dalla pastorizia. Tale situazione di carestia e povertà promuoveva quindi il consumo degli alimenti che compongono la dieta Mediterranea.

L’importanza della Dieta Mediterranea

Oggi sappiamo, grazie a numerosi studi osservazionali, che la Dieta Mediterranea è associata a una riduzione della mortalità per tutte le cause. Il primo studioso che riuscì ad individuare la relazione che intercorre tra questo modello alimentare e malattie come obesità, bulimia e diabete fu un nutrizionista italiano, Lorenzo Piroddi, che condusse le sue ricerche nel 1939, ed è ormai considerato il padre della Dieta Mediterranea.

Ma un programma di ricerca più robusto e approfondito fu quello intrapreso dal fisiologo statunitense Ancel Keys, negli anni ’50. Insieme alla moglie biologa Margaret Haney e al cardiologo Paul D. White, viaggiò per il mondo. Conducendo studi nei diversi paesi, notò che una bassa incidenza di infarto miocardico era associata a livelli bassi di colesterolo sierico, che si registravano nelle classi meno abbienti. Gli studi furono condotti a Napoli, nelle aree povere di Madrid, a Nicotera, nell’isola di Creta, a Città del Capo, in Finlandia e in molti altri paesi, riscontrando risultati analoghi.

Sulla base di tali osservazioni, Ancel Keys intraprese un progetto di ricerca ambizioso, che di lì a poco sarebbe diventato leggendario: il Seven Countries Study. Si trattava di un’analisi e confronto dei regimi alimentari di dodicimila persone, in sette paesi del mondo, di età compresa tra i 40 e i 59 anni. Anche in questo caso i risultati confermarono le previsioni: il tasso di mortalità per malattia ischemica coronarica era molto più basso nelle popolazioni mediterranee rispetto a quelle con un consumo maggiore di grassi saturi.

Uno studio analogo al Seven Countries Study è stato condotto nel 1990 e pubblicato dall’OMS, confermando la correlazione tra dieta e rischio di malattie croniche. Keys è stato insignito nel 2004 della Medaglia al merito alla salute pubblica dello Stato Italiano, mentre la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio orale e immateriale dell’umanità, nel 2010.

Cosa ne resta oggi della Dieta Mediterranea?

Replicando le ricerche di Keys oggi, otterremmo gli stessi risultati? Non proprio. Con la globalizzazione e l’avvento delle nuove tecnologie infatti, la distanza tra le popolazioni così marcata fino a settant’anni fa, va ormai sempre più assottigliandosi.

Sicuramente molti paesi del bacino del Mediterraneo registrano ancora tassi inferiori di malattie come obesità, diabete e infarto, tuttavia vi è anche un consumo sempre maggiore di alimenti ben poco salutari. La vera Dieta Mediterranea, nata più di mezzo secolo fa, è più che altro un modello nutrizionale, a cui le moderne diete possono ispirarsi, ma difficilmente aderire del tutto, come succedeva invece alle origini.

Sarebbe bene allineare il più possibile il nostro modo di mangiare a questo prezioso modello alimentare, non solo per la nostra salute, ma anche per il nostro pianeta. La Dieta Mediterranea, infatti, avendo come protagonisti essenzialmente frutta, ortaggi e cereali, richiede basse estensioni di suolo, scarsa acqua e genera poche emissioni di gas serra.